AZIENDE E SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore stima la dimensione del settore agricolo e del suo potenziale impatto sulle varie componenti ambientali attraverso il numero delle aziende agricole e zootecniche e la Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Dal confronto dei dati degli ultimi due Censimenti dell’agricoltura (2010 e 2020) si rileva un decremento complessivo a livello nazionale di 488 mila aziende (-30,1%) e 424 mila ettari di Superficie Agricola Utilizzata (-3,3%). Inoltre, dall’analisi della variazione della dimensione media delle aziende agricole, le Superfici Agricole Utilizzate sono passate da 8 a 11 ettari medi per azienda, evidenziando un notevole processo di concentrazione dell’imprenditoria agricola. 

CONSISTENZE ZOOTECNICHE

Data aggiornamento scheda:

Le informazioni sulle consistenze delle principali specie d'interesse zootecnico, estratte dalla Banda Dati Nazionale (BDN) dell'Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il Centro Servizi Nazionale (CSN) dell'Istituto "G. Caporale" di Teramo, in cui confluiscono le informazioni relative gli operatori, agli impianti e ai singoli soggetti allevati, fornite congiuntamente dai Servizi Veterinari e dalle Associazioni degli Allevatori, sono state convertite, al fine di una valutazione omogenea, in U.B.A. (Unità Bestiame Adulto).

I dati rilevati indicano per il 2023, ultima annualità completa disponibile per le principali specie considerate, rispetto al 2018, una consistente contrazione per le specie ovina e caprina (-8,1%) e  un aumento della specie bufalina (+9,6%). In termini di UBA (Unità di Bestiame Adulto) totale l'andamento complessivo  si compensa internamente tra le diverse specie allevate e risulta sostanzialmente stabile. In particolare, le specie maggiormente rappresentative del territorio nazionale in termine di UBA (Unità Bestiame Adulto),ovvero  i suini e gli avicoli crescono rispettivamente del 3,9% e del 2,2%, mentre per quanto riguarda la specie bovina  si registra un calo del 2,3%.

CONTRIBUTO DELLE FORESTE NAZIONALI AL CICLO GLOBALE DEL CARBONIO

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore fa riferimento allo stock di carbonio, ovvero la quantità di carbonio fissata in Italia nei diversi serbatoi forestali, e alla variazione di stock di carbonio (carbon sink), che tiene conto del carbonio assorbito e alla quantità rilasciata (emissioni) per effetto di incendi, prelievi e mortalità naturale degli ecosistemi forestali nazionali. Il carbon stock e il carbon sink rappresentano indicatori efficaci per valutare lo stato delle risorse forestali di una nazione, essendo influenzati dalla produttività delle foreste e, in senso negativo, dai disturbi sia naturali sia antropici cui sono soggette (incendi, prelievi, parassiti e patogeni, mortalità naturale, ecc.). Gli stock di carbonio nelle foreste italiane sono in aumento, segnando un bilancio positivo tra le emissioni e gli assorbimenti di gas serra (carbon sink). Ciò è legato da una parte alle politiche di conservazione e di tutela delle foreste; dall'altra, a causa di complessi motivi economici e sociali, a una riduzione del volume dei prelievi legnosi. Maggiore preoccupazione destano le emissioni legate agli incendi. L'andamento del carbon sink, nel periodo 1990-2022 è fortemente condizionato dalla riduzione di assorbimento di gas serra connesse alle superfici percorse annualmente dagli incendi. È particolarmente evidente, infatti, l'effetto delle perdite di biomassa dovute a incendi nel 1990, 1993, 2007 e nel 2017 sul trend del carbon sink. Da ciò si intuisce il ruolo chiave degli incendi sul contributo che le foreste nazionali possono dare al ciclo globale del carbonio.

DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI FERTILIZZANTI (CONCIMI, AMMENDANTI E CORRETTIVI)

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore considera i fertilizzanti distribuiti in agricoltura, cioè i mezzi tecnici impiegati essenzialmente per la crescita delle colture agrarie. Analizza la loro distribuzione territoriale e nel tempo, per una rappresentazione complessiva dell’impatto ambientale in funzione dei quantitativi e tipologie di fertilizzanti immessi in commercio.
Nel 2022 sono stati immessi in commercio quasi 3,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti. Il 43,0% è costituito dai fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici), che per la prima volta superano i concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), pari a circa un terzo del totale (il 34,3%) e in forte contrazione rispetto al 2021 (-45%).

La categoria più venduta è quella degli ammendanti, con quasi 1,2 milioni di tonnellate. Il dato conferma una propensione positiva nella loro distribuzione di lungo periodo (2000 - 2022), tuttavia la predominanza, degli ammendanti e dei fertilizzanti organici nel loro insieme, è da associare al calo nel volume di vendita dei concimi minerali, soprattutto dei concimi azotati.

ECOEFFICIENZA IN AGRICOLTURA

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore analizza la capacità dell'agricoltura nazionale di stimolare la crescita economica, riducendo al tempo stesso le pressioni e gli impatti sull'ambiente. Scopo dell’indicatore è misurare l’eco-efficienza del settore agricolo, cioè la capacità di disaccoppiare (decoupling) i fattori di crescita economica dall’aumento dei fattori di pressione e di impatto. L'evoluzione delle variabili testimonia un buon andamento dell'eco-efficienza dell'agricoltura italiana nel periodo oggetto di analisi (2000-2022). Ciò si evince se si rapporta l’andamento della variabile economica (rappresentata dal valore aggiunto ai prezzi di base), a quello delle pressioni che risultano essere tutte in decrescita (ad eccezione delle aree irrigate) rispetto all’anno di riferimento (2000), anche se non tutte in maniera consistente (uso dell’energia).

EMISSIONI DI AMMONIACA DALL'AGRICOLTURA

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore descrive le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale delle emissioni nazionali e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. Nel 2022, il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 317,25 kt di NH3, pari a 90,4% del totale nazionale. L'andamento delle emissioni di NH3 è in linea con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Göteborg e dalla Direttiva sui limiti nazionali di emissione (Direttiva NEC – National Emission Ceiling). L’obiettivo nazionale di riduzione al 2022 è stato raggiunto.

EMISSIONI DI GAS SERRA DALL'AGRICOLTURA

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore descrive le emissioni di gas serra (CH4, N2O, CO2) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale di emissione nazionale e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. L'andamento delle emissioni di gas serra del settore agricoltura a partire dal 1990 è in tendenziale diminuzione; tuttavia, ulteriori interventi di riduzione dovranno essere intrapresi per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e delle Direttive europee. In particolare, l’obiettivo al 2030 per l’Italia fissato dal Regolamento Effort Sharing (2023/857/EC) è pari a -43,7% di riduzione delle emissioni complessive di gas serra dei settori agricoltura, civile, trasporti, rifiuti e impianti industriali non inclusi nella Direttiva EU-ETS (European Union Emission Trading Scheme), rispetto ai livelli del 2005. Nel 2022, le emissioni di gas serra dall’agricoltura hanno un peso marginale rispetto al totale delle emissioni dei settori del Regolamento Effort Sharing, pari all’11,2%; mentre la riduzione delle emissioni di gas serra del settore agricoltura rispetto al 2005 è pari a -12,2%.


MORIA DI API DOVUTA A USO DI FITOSANITARI

Data aggiornamento scheda:

Le api, il polline e le altre matrici apistiche, forniscono importanti indicazioni sullo stato
dell’ambiente e sulla contaminazione, in particolare quella chimica da fitofarmaci eventualmente presente. Le analisi di laboratorio permettono, inoltre, di rinvenire sul corpo delle api e sul polline, eventuali principi attivi presenti nei prodotti fitosanitari utilizzati nelle aree nelle quali le stesse effettuano i voli e bottinano. L’ISPRA partecipa da tempo ad attività di ricerca e monitoraggio mirate a stabilire i possibili fattori e cause di mortalità delle colonie di api, anche a seguito delle diverse pratiche agricole che implicano l’utilizzo di prodotti fitosanitari, implementate nelle aree naturali e a vocazione agricola. I dati rilevati consentono di ipotizzare un andamento oscillante intorno a un valore medio annuale di alcune decine di casi di moria di api, con presenza di principi attivi sul corpo degli insetti o altre matrici apistiche.

TERRITORIO AGRICOLO INTERESSATO DA RILASCI DELIBERATI, A SCOPO SPERIMENTALE, DI PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM)

Data aggiornamento scheda:

L’indicatore di pressione riporta il numero, le dimensioni e le caratteristiche delle sperimentazioni di Piante Geneticamente Modificate (PGM) autorizzate in Italia, ai sensi della Direttiva 2001/18/CE, a partire dal 1999. L’indicatore è stato popolato acquisendo i dati reperiti presso il Ministero dell’ambiente. Le sperimentazioni hanno subito un forte calo già nel 2000 e dal 2001 non sono state autorizzate nuove sperimentazioni. Le ultime sperimentazioni, che avevano un’autorizzazione pluriennale, si sono concluse nel 2010.

AZIENDE AGRICOLE CHE ADERISCONO A MISURE ECOCOMPATIBILI E CHE PRATICANO AGRICOLTURA BIOLOGICA

Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, l’agricoltura biologica in Italia ha raggiunto una superficie coltivata di 2.349.880 ettari, coinvolgendo circa 92,8 mila operatori biologici. Il biologico interessa il 7,3% del numero di aziende agricole e il 18,7% della superficie agricola utilizzata (Censimento ISTAT 2021), registrando una distanza di 6,3 punti percentuali rispetto alla soglia del 25% di SAU Bio. 

Negli ultimi 32 anni l'andamento è stato crescente sia in termini di operatori sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola utilizzata in Italia.

A livello europeo, l’Italia è tra gli stati membri più virtuosi.

CERTIFICAZIONE DI GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE

Data aggiornamento scheda:

La crescente pressione esercitata dall'uomo sugli ecosistemi forestali negli ultimi decenni, dovuta all’incremento nell’utilizzazione delle biomasse sia come bioenergia che come materiale tecnico e da costruzione, ha condotto, in molti casi, al degrado di tali sistemi naturali, specie nelle aree tropicali del pianeta. Tali fenomeni risultano spesso associati allo sfruttamento insostenibile e/o illegale delle risorse forestali. Il taglio, la trasformazione e il trasporto del legno e dei suoi derivati e generano rilevanti impatti negativi sia dal punto di vista ambientale, sia economico, sia sociale. Nell’ultimo ventennio l’attenzione da parte di decisori politici, aziende private, associazioni e privati cittadini, è stata rivolta all'uso sostenibile e legale delle biomasse forestali, stimolando azioni concrete e strumenti efficaci mirati a prevenire tali impatti e a mitigarne gli effetti. La certificazione forestale nasce proprio come uno strumento volto a prevenire gli impatti negativi e le minacce al patrimonio forestale nazionale e internazionale, attraverso l’adozione di pratiche improntate a un’attenta pianificazione e monitoraggio delle attività di gestione e utilizzazione delle biomasse legnose. In Italia, al 31 dicembre 2022, la superficie forestale certificata secondo lo schema del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC™) è pari a 925.610 ettari (con un incremento del 3,7% rispetto al 2020); mentre, la superficie certificata secondo lo schema del Forest Stewardship Council® (FSC®) ammonta a 81.590 ettari (8,5 % rispetto all’anno precedente). 

DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI PRODOTTI FITOSANITARI (ERBICIDI, FUNGICIDI, INSETTICIDI, ACARICIDIE VARI)

Data aggiornamento scheda:

Nel 2021 sono state immesse in commercio circa 116 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, con un contenuto di principi attivi pari a circa 50,3 mila tonnellate.  Confrontando i dati delle vendite di prodotti fitosanitari con l’anno precedente (2020) si registra una diminuzione di circa il 4%, mentre i principi attivi subiscono un decremento di circa l’11% nel 2021 rispetto al 2020.  Nel periodo più ampio 2014–2021 la distribuzione dei prodotti fitosanitari presenta una contrazione di mercato di ben 10,4%.  I principi attivi diminuiscono solo del 15,3%, rispetto al 2014, anno di entrata in vigore del vecchio PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) in fase avanzata di revisione, con dinamiche diverse per le varie categorie. Diminuiscono i principi attivi (p.a.) di fungicidi (-16,3%), insetticidi e acaricidi (-24,4%) e gli erbicidi (-29,6%), mentre crescono i vari (+3,1%) e i trattamenti puramente biologici che pur subendo un incremento di ben circa il 100% dal 2014 ad oggi rappresentano solo una quota pari all’1,3% del totale. 

IMPATTO DEL CONSUMO DI SUOLO SULLA PRODUZIONE AGRICOLA

Data aggiornamento scheda:

I servizi ecosistemici sono intesi come flussi di benefici che le persone ricevono dagli ecosistemi, in questo senso, i beni e dunque anche i prodotti agricoli sono considerati come “mezzo” attraverso il quale si fruisce del contributo degli ecosistemi al benessere umano. La produzione di cibo in particolare viene classificata come servizio di approvvigionamento e rappresentata dalla produzione agricola potenziale. La valutazione del servizio è basata sull’identificazione dei processi/funzioni del suolo che ne presiedono la fornitura strettamente dipendenti dalle caratteristiche dei suoli, dalle tipologie di colture e pratiche agronomiche e dalle condizioni climatiche. La produzione di cibo subisce un rilevante impatto delle diverse forme di degrado del suolo, tra le quali il consumo di suolo è uno dei maggiori fattori. L'indicatore fornisce una misura dell'impatto del consumo di suolo sulla produzione agricola con una fotografia aggiornata annualmente. A causa del consumo di suolo tra il 2012 e il 2021 si perde annualmente un quantitativo di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli non più prodotti.

SPRECO ALIMENTARE

Data aggiornamento scheda:

Secondo le prime stime in Italia, lo spreco complessivo nel sistema alimentare (spreco alimentare sistemico) ammonta al 63% dell’energia alimentare prodotta nel sistema.

UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI SU SINGOLA COLTIVAZIONE

Data aggiornamento scheda:

L'indicatore fornisce informazione relativamente all'uso dei prodotti fitosanitari nelle singole coltivazioni. I dati sono raccolti con indagini campionarie sulle quantità dei prodotti fitosanitari impiegate in specifiche coltivazioni e forniscono una significativa rappresentazione dell'intensità d'uso in termini di quantità/ha e sul potenziale impatto ambientale. La rilevazione originariamente ha riguardato ogni anno una coltura diversa e si è ripetuta dopo un intervallo di 5 anni. Attualmente, in relazione alle finalità indicate nel Piano d'Azione Nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è aumentato sia il numero di colture rilevate (attualmente due all'anno selezionate tra: Vite, Frumento duro, Mais, Pomodoro e Patata), sia la frequenza di rilevazione (a rotazione possibilmente ripetendo ogni anno una coltivazione dell'anno precedente). La vite, tra quelle osservate, si conferma essere la coltura con la distribuzione di sostanze attive e la quantità media a ettaro, a carico soprattutto dei fungicidi, decisamente più alte.